N. 199 del 26 gennaio - 1 febbraio 2004
* Aziende sanitarie locali e privacy dei pazienti
Aziende sanitarie locali e privacy
dei pazienti
Vanno adottate misure per migliorare il rapporto quotidiano con gli assistiti
Una azienda sanitaria romana è finita sotto la lente
del Garante (Stefano Rodotà, Giuseppe Santaniello, Gaetano Rasi, Mauro
Paissan) per non aver rispettato le norme sulla privacy.
In occasione del rilascio della tessera per l’esenzione dal pagamento
del ticket la Asl avrebbe chiesto ad una malata anche copia del certificato
medico che attesta la malattia dalla quale è affetta e che le dà
diritto all’esenzione.
Nell’impossibilità di fare una fotocopia all’interno dell’ufficio
pubblico, la paziente si era dovuta recare presso un vicino tabaccaio dove aveva
trovato in attesa altri malati che seguivano la stessa trafila. Per avere la
copia del certificato, dove era indicata la diagnosi di tumore, era stata dunque
costretta ad esibirlo al tabaccaio del quartiere dove abita.
La donna aveva infatti denunciato il caso con una lettera ad un quotidiano nella
quale raccontava quanto accaduto e lamentava la violazione dei più elementari
diritti alla riservatezza.
Il Garante, venuto a conoscenza del fatto, ha immediatamente disposto accertamenti
per verificare innanzitutto se vi sia stato un eccesso nella richiesta di dati
personali all’interessata. Entro la fine di febbraio l’azienda sanitaria
dovrà comunicare al Garante quali procedure utilizza per il rilascio
dei documenti che consentono l’esenzione dal pagamento del ticket ed in
base a quale norma verrebbe richiesta copia del certificato medico che attesta
la patologia per la quale si chiede l’esenzione. L’azienda dovrà
inoltre far sapere le misure che intende adottare, alla luce dell’entrata
in vigore - il primo gennaio 2004 - del Codice sulla privacy, per assicurare
il più possibile la dignità e la riservatezza delle persone che
si recano presso i suoi uffici. Il nuovo Codice infatti prescrive una serie
di accorgimenti che dovranno essere adottati dalle strutture sanitarie per migliorare
il rapporto quotidiano con gli assistiti. Tra questi l’istituzione di
appropriate distanze di cortesia, l’adozione di postazioni di lavoro riservate
che non permettano, durante i colloqui, di far conoscere ai vicini informazioni
sullo stato di salute, una maggiore tutela del segreto professionale al quale
ora è tenuto anche il personale paramedico.
Nel caso l’azienda sanitaria non ottemperasse alle richieste del Garante
rischia una sanzione amministrativa che va da quattro mila a 24 mila euro.